Calandario ADWM 2011

Avremmo voluto annunciarlo come «Il primo calendario futurista del secondo decennio del terzo millennio», ma qualcuno ha pensato bene di affidare l’importante appellativo di futurista ai simpatizzanti di uno dei tanti partiti politici italiani. Senza perderci d’animo abbiamo, ugualmente, costruito un bel calendario di vecchi spazi pubblicitari, tutti rigorosamente realizzati prima del 1940 e l’abbiamo intitolato «C’è un grande passato nel nostro futuro» riprendendo una frase famosa dal film Vogliamo i Colonnelli dell’indimendicato Mario Monicelli. Le immagini che rendono ricca la nostra ricerca sono, nella grande maggioranza, di aziende che hanno fatto la storia degli italiani negli ultimi settant’anni. Marchi importanti, di vari settori merceologici, conosciuti da tutti, che rappresentavano il vanto dell’Italia creativa e produttiva. Fiat, Magneti Marelli, Martini, Campari, Liquore Strega, Fernet Branca, CIrio, Perugina, Zuegg, Acqua San Pellegrino. Nel settore dell’abbigliamento per la famiglia ci piace ricordare la Rinascente, nome suggerito dal poeta-soldato Gabriele D’Annunzio. Negli spazi pubblicati, nei giornali dell’epoca è già presente il punto vendita di Cagliari.

A fare da guida nel viaggio tra le pubblicità il famigerato Ben, il pupazzo creato dalla penna di Momo Zucca, il quale approfitta della libertà concessa per spaziare negli archivi delle canzoni o poesie del tempo che fu.

Il trio, Valter Mulas, Momo Zucca e Giò Murru, si ripropone a dieci anni esatti dal «primo calendario futurista del terzo millennio», quando il termine futurista indicava una corrente artistica del XX secolo. Tempi che cambiano…

[Il calendario stampato in sole 300 copie è chiaramente gratuito e può essere richiesto con una mail (valter.mulas@gmail.com)].

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Prima di visualizzare le pagine del calandario due righe scritte dallo storico Giò Murru.

In guisa di staffile flagellatore e prode, si erge – nella palude irredenta del tempo presente – la straordinaria performance di due moschettieri impavidi. Sangue fiumano scorre forse loro nelle vene, di certo l’inchiostro di china, che innerva brillante la fronte, a termine della loro faticosa traslucida ed attesa invenzione, letteratura grigia di un funambolico incunabolo.

La Patria si erge per complimentarsi con Ben e con il suo arcigrafico, Mulas, depenno il nome perché risuonerebbe troppo poco autarchico, se non fosse per l’iniziale latina che preferisce, conscio della sua vera vocazione: dare – a chi lo davvero lo merita – una copia preziosa dello StraAlmacco dell’anno decimo ma primo.

Dice che le donne non ci vogliono più bene: e chissenefrega… Male che vada ingolliamo Tonergil… in guisa di buona semente che assicura messe rigogliosa, ben altro che confetti vardenafil.

Non bastasse … annegheremo il dispiacere nel barattolo di cotognata che si fregia meritoriamente del titolo della Real Casa, per nulla al mondo preferendola alla jam, ché noi … noi non siamo mica il popolo dei cinque pasti.

Si noti nondimeno la citazione – molto british – del «polo» che finisce in rima, con un gloriosissimo Venchi Unica (dolcissimo trust) giustamente ossequiato dallo slogan scelto degli autori. Eppure Zucca + Mulas (Lazzaroni) pensano finanche alle nostre viscere, auspice una farmacopea formidabile – tutta tubi e bustine, sciroppi e bon bon – «et omnia mala fugata sunt!» senza ricorrere a gesti inconfessabili in fascia protetta.

Il lettore suggerirà «Si lasci finalmente ai nostri nemici l’olio di ricino». Attenti gagà, ne abbiamo buona scorta.

Facciamone piuttosto uso ra zio na le, «non siamo mica semibarbari», per irrobustire le nuove generazioni o per lubrificare (come suggerisce il dott. BEN) i congegni tricolore e magnifici che scassano, saettano e solcano terra cielo e mare, «Petrolina» sì ma nazionale.

Fuoco, fuoco e rifuoco. E che i cannoni irrorino Arzente…

Questa è la guerra che preferiamo – prodotto Italiano, nome Italiano, prezzo Italiano – per un anno duemilaundici roboante come il 626, pour cause «a gasogeno» ma scattante come una Torpedo modificata dal sardissimo «Ballon Pisano», per farne una pratica e lussuosa berlina nuance Blucobalto, sellerie in orbace.

Allora potremo gridare «A Noi ragazze belle, tutta poesia» e non troppi belletti.

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Fortunato Depero realizzò numerose locandine per mostre, manifesti e réclame per aziende. L’artista, denominato il Mago di Rovereto, è stato sicuramente un precursore del marketing e del branding come li conosciamo oggi. Il cagnolino di Depero apparì nella copertina del periodico Vanity Fair nel marzo 1931. Abbiamo voluto omaggiare un artista che continua ad essere fonte d'ispirazione.