Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione, così affermava Oscar Wilde in uno dei suoi più famosi aforismi e il Festival Dromos, che nel 2020 festeggia la sua 22esima edizione, farà delle tentazioni il suo tema portante. In quasi tutte le culture religiose, peraltro, la tentazione ha un’accezione negativa: è, per definizione, indotta dal Maligno e cedervi è peccato. Ogni religione ha elaborato, così, strategie e strumenti di resistenza, per fuggirla, per liberarsi e liberarci dal male, perché la Tentazione è il Male o, almeno, la breccia attraverso cui il male può fiaccare la volontà e prevaricare l’individuo. Essa stessa diventa, in quest’ottica, prova iniziatica con la quale confrontarsi per raggiungere la virtù e la salvezza, e a tale prova, prima o poi, nessuno può sottrarsi. Adamo ed Eva assaporarono il frutto proibito nel Giardino dell’Eden, Cristo fu tentato da Satana e gli stessi Budda, Zarathustra e Maometto vennero messi a dura prova dalle lusinghe della tentazione, come ben raccontano i testi sacri e le stupefacenti e spesso perturbanti opere pittoriche realizzate dai grandi maestri del passato che, anche loro, non seppero resistere, tautologicamente, alla tentazione di rappresentare le tentazioni, della carne e dello spirito. Tuttavia Dromos – fuori da moralismi o dispute dottrinarie –, affronterà il tema attraverso il punto di vista decisamente più laico e spensierato di Oscar Wilde, sull’impossibilità di opporvisi perché l’unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi. Le tentazioni di Dromos saranno, come da tradizione, soprattutto musicali, col jazz a fare da attrattore, interagendo con l’arte contemporanea, la fotografia, il teatro, il cinema e la letteratura. Un intreccio di relazioni tra aree geografiche distanti, tra popolazioni e tradizioni culturali diverse che in Dromos si incontrano e si confrontano, in una circolarità che, partendo dal paese, al paese ritorna, perché, per dirla con Cesare Pavese, un paese ci vuole. Tentazioni destinate a trasformarsi in quel frutto proibito seduttivo e ammaliante al quale non si può dir di no perché il segreto della felicità è cedere alle tentazioni (O. Wilde).

Con queste parole Ivo Serafino Fenu introduce la XXII edizione di Dromos festival. Per l’Associazione omonima seguiamo la progettazione grafica e la comunicazione.

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Fortunato Depero realizzò numerose locandine per mostre, manifesti e réclame per aziende. L’artista, denominato il Mago di Rovereto, è stato sicuramente un precursore del marketing e del branding come li conosciamo oggi. Il cagnolino di Depero apparì nella copertina del periodico Vanity Fair nel marzo 1931. Abbiamo voluto omaggiare un artista che continua ad essere fonte d'ispirazione.