I quattro stendardi di forma rettangolare (cm. 277×206) riproducono l’emblema araldico del capitano Enrico di Lorena, conte d’Harcourt, Armagnac e Brionne, visconte di Marsan, autore dell’attacco francese a Oristano nel febbraio 1637: un’aquila in maestà di colore nero, volta a destra, sormontata da una corona a cinque fioroni entro ampie volute e infiorescenze barocche. Sul fondo rosso-arancio, in panno di fustagno di lana, sono applicati a riporto ricami in rasatello di seta giallo-oro e bianco ed in velluto azzurro e nero, rifiniti a cordoncino, reso plastico da un’imbottitura in cotone. Le venature delle foglie e il piumaggio dell’aquila sono eseguiti a ricamo: a cordoncino (vegetazione), a punto festone (piume), a punto pieno (occhio), a punto stuoia (lingua e artigli). Per conferire senso plastico e di movimento al disegno, sono stati utilizzati ritocchi pittorici a tempera sul rasatello di seta: azzurro sul colore bianco, marrone sul colore giallo. Le fodere sono in tela di lino rosso amaranto.

Così Alessandra Pasolini introduce la mostra Oristano al centro dell’Europa. L’attacco francese del 1637 allestita al Museo Diocesano Arborense di Oristano.

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Fortunato Depero realizzò numerose locandine per mostre, manifesti e réclame per aziende. L’artista, denominato il Mago di Rovereto, è stato sicuramente un precursore del marketing e del branding come li conosciamo oggi. Il cagnolino di Depero apparì nella copertina del periodico Vanity Fair nel marzo 1931. Abbiamo voluto omaggiare un artista che continua ad essere fonte d'ispirazione.